No al movimento per la vita nei consultori. Puoi fare qualcosa anche tu!

Dal Collettivo VengoPrima:

A luglio la Regione del Veneto ha approvato, come sapete, la legge 27 che autorizza l’attività di associazioni di volontariato all’interno dei consultori e delle strutture sanitarie e socio-sanitarie regionali a scopo di “promozione dei diritti etici e della vita” (un approfondimento lo trovate qui).
Ora la stessa Regione dovrebbe emanare un regolamento che indichi le modalità con le quali suddette associazioni (in primis: il movimento per la vita) svolgeranno le loro “attività”.

Non sappiamo quando accadrà, ma se la legge è stata votata nella calura di luglio, ci aspettiamo che il regolamento possa arrivare coi sonagli di natale. In sordina, le donne non sono state ascoltate e si è legiferato sui loro corpi e la loro salute in modo ideologico. Non vogliamo che il regolamento ricalchi la stessa logica, peggiorando se possibile la situazione. Per questo, abbiamo preparato una lettera che si rivolge a tutti i consiglieri regionali affinchè si tenga in debito conto l’osservanza del principio di libertà e autonomia della scelta della donna riguardo la propria gravidanza.

La lettera è aperta, trovate il testo qui sotto, nonchè gli indirizzi e-mail dei consiglieri. Vi invitiamo a dire la vostra anche voi ai consiglieri regionali, potete inviare via e-mail una lettera scritta da voi oppure inviare questa qui sotto. E’ urgente e importante. Siamo tante, libere, consapevoli.

Gli indirizzi e-mail istituzionali dei consiglieri:

clodovaldo.ruffato@consiglioveneto.it, graziano.azzalin@consiglioveneto.it, luca.baggio@consiglioveneto.it, andrea.bassi@consiglioveneto.it, davide.bendinelli@consiglioveneto.it, giuseppe.berlatosella@consiglioveneto.it, dario.bond@consiglioveneto.it, franco.bonfante@consiglioveneto.it, mauro.bortoli@consiglioveneto.it, giuseppe.bortolussi@consiglioveneto.it, diego.bottacin@consiglioveneto.it, santino.bozza@consiglioveneto.it, federico.caner@consiglioveneto.it, bruno.cappon@consiglioveneto.it, andrea.causin@consiglioveneto.it, vittorino.cenci@consiglioveneto.it, renato.chisso@consiglioveneto.it, roberto.ciambetti@consiglioveneto.it, giancarlo.conta@consiglioveneto.it, maurizio.conte@consiglioveneto.it, marialuisa.coppola@consiglioveneto.it, cristiano.corazzari@consiglioveneto.it, piergiorgio.cortelazzo@consiglioveneto.it, elena.donazzan@consiglioveneto.it, roberto.fasoli@consiglioveneto.it, nicolaignazio.finco@consiglioveneto.it, marino.finozzi@consiglioveneto.it, mariangelo.foggiato@consiglioveneto.it, stefano.fracasso@consiglioveneto.it, gustavo.franchetto@consiglioveneto.it, giovanni.furlanetto@consiglioveneto.it, massimo.giorgetti@consiglioveneto.it, raffaele.grazia@consiglioveneto.it, nereo.laroni@consiglioveneto.it, arianna.lazzarini@consiglioveneto.it, mauro.mainardi@consiglioveneto.it, franco.manzato@consiglioveneto.it, gennaro.marotta@consiglioveneto.it, leonardo.padrin@consiglioveneto.it, stefano.peraro@consiglioveneto.it, pietrangelo.petteno@consiglioveneto.it, bruno.pigozzo@consiglioveneto.it, antonino.pipitone@consiglioveneto.it, gianpiero.possamai@consiglioveneto.it, puppatol@consiglioveneto.it, sergio.reolon@consiglioveneto.it, clodovaldo.ruffato@consiglioveneto.it, piero.ruzzante@consiglioveneto.it, sandro.sandri@consiglioveneto.it, remo.sernagiotto@consiglioveneto.it, claudio.sinigaglia@consiglioveneto.it, daniele.stival@consiglioveneto.it, moreno.teso@consiglioveneto.it, carloalberto.tesserin@consiglioveneto.it, lucio.tiozzo@consiglioveneto.it, costantino.toniolo@consiglioveneto.it, paolo.tosato@consiglioveneto.it, matteo.toscani@consiglioveneto.it, stefano.valdegamberi@consiglioveneto.it, luca.zaia@consiglioveneto.it, marino.zorzato@consiglioveneto.it, com.com5.segreteria@consiglioveneto.it, leganord@consiglioveneto.it, gruppopdl@consiglioveneto.it, pdveneto@consiglioveneto.it, gruppoudc@consiglioveneto.it, idv@consiglioveneto.it, gc.bp@consiglioveneto.it, gc.une@consiglioveneto.it, gc.misto@consiglioveneto.it

La lettera:

A tutti i consiglieri e ai gruppi consiliari del Consiglio regionale del Veneto

Con la legge 27 votata il 27 luglio u.s., il consiglio regionale ha approvato l’attività di associazioni di volontariato all’interno dei consultori e delle strutture sanitarie e socio-sanitarie regionali a scopo di “promozione dei diritti etici e della vita”.

Le donne del Veneto, già penalizzate da una sempre più ridotta presenza di consultori sul territorio e da una percentuale di obiettori all’interruzione di gravidanza (ivg) che sfiora l’80%, rischiano di trovare ora, in strutture istituzionalmente laiche, la propaganda ideologica in luogo dell’informazione scientifica cui hanno diritto e bisogno.

Il Veneto si distanzia così dagli standard europei, dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità in tema di ivg, nonchè dalla Carta Universale dei Diritti Umani, che raccomandano, tra gli altri, l’osservanza del principio di libertà e autonomia della scelta della donna riguardo la propria gravidanza. Il Veneto scivola così verso un modello sanitario non laico e non orientato alla salute e al benessere psicofisico della donna ma ad un suo condizionamento morale, in contrasto con la dimostrata efficacia delle migliori metodiche esperite in Europa.

In ragione di questo, e data l’intima situazione psicologica, talvolta anche difficile, di chi si avvicina alle strutture sanitarie per un consulto in merito ad una eventuale ivg, chiediamo a tutti i consiglieri che nel regolamento attuativo della legge 27/2012, che dovrà individuare le modalità con cui le associazioni faranno la loro attività nelle strutture, siano inclusi i seguenti punti.

– a tutela della privacy della donna, che in nessun caso le associazioni esterne alla struttura sanitaria, o i loro singoli membri, possano interloquire personalmente con le donne che vi si rivolgono, all’interno della struttura stessa o nelle sue vicinanze. Le associazioni che intendono divulgare materiali informativi devono farli pervenire alla struttura sanitaria tramite posta;

– sia garantito il diritto di opzione che, ispirato alla normativa sulla privacy, preveda che al momento dell’ingresso nella struttura, la donna debba scegliere se avvalersi o meno delle informazioni delle associazioni esterne alla struttura sanitaria;

– qualora la donna opti per ricevere le suddette informazioni, che queste siano preventivamente vagliate da un comitato tecnico-scientifico composto da personale qualificato e non obiettore della struttura che ne assicuri la natura non lesiva della dignità, della moralità e dei diritti della donna in caso di scelta dell’interruzione di gravidanza;

– in particolare, che le suddette informazioni non possano includere riferimenti ad utilità o benefici economici di qualsiasi forma derivanti da una scelta della donna;

– disporre, qualora vengano violati questi criteri, che all’associazione venga inibita ogni ulteriore comunicazione in tutte le strutture regionali e siano previste sanzioni per il singolo responsabile e per l’associazione, e per la stessa struttura sanitaria in caso di mancata tutela.

Lascia un commento